soli=liberi

post ormai ammuffito e superato, nella realtà due soli giorni dopo che l’avevo scritto…. è rimasto in attesa, ma ho voglia lo stesso di pubblicarlo.

questa è una riflessione da poco più di sue soldi, ma che forse può aiutare qualcuno a capire che senso ha realmente la solitudine, in senso lato, e in senso particolare.
quando Walter Veltroni dice “correremo soli” – poi ha inciuciato – di per se fa una scelta di coerenza interna, e se consideriamo che il PD è una cosa che sta nascendo ora, indicativamente si sa dove va, ma no lo si sa nel dettaglio. il che sottintende che ci saranno probabilmente ondeggiamenti, un po come un bimbo piccolo che impara a caminare.
da non sottovalutare il valore del correre soli: significa non dover scendere a compromessi con nessuno, poter decidere del proprio programma elettorale, potresi creare una coerenza, e una linea di condotta senza dover dipendere da nessuno.
la solitudine è il prezzo che si paga per la libertà.
la libertà di essere se stessi, la libertà di non dover mentire a nessuno – perche magari qualcuno non apprezza le nostre scelte-, la liberà di essere coerenti senza farsi costringere al compromesso – perchè qualcuno ci vorrebbe un po diversi -;

la libertà ha un prezzo e questo prezzo si chiama solitudine.
e la solitudine ha un premio, che si chiama libertà 🙂

Comments

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3 Responses to soli=liberi

  1. marco says:

    la trovo invece una riflessione condivisa e condivisibile, non da due soldi
    e rappresenta il vero piatto forte di ciò che sarà il PD di domani

  2. Silvia says:

    Marco: ma tu lo sai _davvero_ che cosa sarà il PD domani? (O anche, già oggi?) Il problema, a mio avviso, è che nel “correre solo” il PD ha rifiutato una scelta di campo, ovverosia si è liberato di quelle forze che l’avrebbero tenuto ancorato, se non a sinsitra (già i DS non era più già da tempo di sinistra: non dico che non fossero più sinistra marxista, intendo dire che non erano già più nemmeno una sinistra liberal, era decisamente e marcatamente orientato al centro moderato!) almeno a una scelta di parte politica, rendendosi così disponibile a tutte le opzioni di governo. Il PD, rifiutando le alleanze, si è messo in condizione di, domano, a elezioni fatte, allearsi con chiunque possa garantirgli l’accesso alla “poltrona”: che poi il governo lo faccia con questi o con quelli pare non interssare molto alla dirigenza del PD, al limite concerne gli elettori, che però a quel punto avranno già votato e quindi potranno bellamente essere ignorati.

  3. marco says:

    del PD di oggi, ho una vaga/minimale idea della schifezza che può essere, ma per quello di domani ci si deve impegnare in prima persona
    e ho intenzione di farlo: guardare il marciume e non fare niente, non toglie il marciume

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