mi vergogno di essere italiana

Fabrizio Gatti ha tutta la mia ammirazione. stamattina era al talk show de LA7, sono rimasta annilichita a sentirgli ripetere le cose che lui stesso ha scritto sull’espresso e che avevo gia letto e mi avevano gia lasciata annichilita.  ecco perche’  lo status quo della raccolta dei pomodori mi fa invocare una giustizia piu’ alta.
e se mandassimo L’ESERCITO IN PUGLIA? cosi a controllare chi sono questi criminali?, che riducono in schiavitu’ gli altri, e violentano, e incassano fondi europei di aiuto alla agricoltura, ed evadono l’inps le tasse l’iva, e ignorano le direttive della camera del alvoro sulla sicurezza dei lavoratori, e che sono degli aguzzini che sottopagano le persone, e le fruttano e le trattano come degli oggetti e le ricattano facendosi pagare l’andata e il ritorno dal campo, e il buco con un materasso lercio in cui li fanno dormire. mi fanno schifo. a controllare chi compera da loro la materia prima e se il secondo gradino e’ in regola, con le tasse e il resto, cosi,e magari a chinon e’ in regola gli requisiamo anche le mutande e le usiamo per rifondere i danni moralie le tasse non pagate. cosi per dire.

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4 Responses to mi vergogno di essere italiana

  1. utente anonimo says:

    non sarebbe una cattiva idea…

    AmicaN

  2. utente anonimo says:

    oltre all’esercito anche la guardia di finanza..

    ovviamente DOPO che ha finito di indagare chi evade il canone RAI..

    al-3

  3. utente anonimo says:

    In italia?

    Il paese delle 70.000 leggi e dei 150 controlli l’anno?

    Il paese dei buffoni?

    Ma siamo seri, non vanno in galera i ladri (molti li abbiamo al governo) vuoi che vadano in galera i latifondisti?

    I.

  4. typesetter says:

    Non sarebbe una cattiva idea se funzionasse. Ho sempre molti molti dubbi sulla reale efficacia dei puri meccanismi repressivi. L’idea di Amato di estendere (ma non dovrebbe essere già così?) la “sanatoria” per gli immigrati che denunciano gli sfruttatori non è per nulla cattiva: il permesso di soggiorno è una carota appetitosa. Il problema è che una volta messa fuori la buona idea, lo Stato fa ben poco per comunicarla agli immigrati, ed è qui che casca l’asino: non ci si può aspettare che un immigrato clandestino che guadagna un euro “e poldo” ed è terrorizzato dalla prospettiva di essere rimpatriato, oltre che magari minacciato dai caporali, vada bel bello alla polizia a denunciare cottimista e padrone. Toccherebbe allo stato ma anche ai sindacati cercare strade di comunicazione con queste persone, contatti mediante i quali far sapere loro che possono fare qualcosa e saranno premiati per questo.

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