abbiamo finalmente capito che e’ impossibile esportare la democrazia?

la democrazia non e’ come i pomodori, forse e’ piu’ come il prosciutto di parma.
il prosciutto e’ ottimo, ma alcuni potrebbero non capire questa nostra passione per il maiale stagionato, quindi e’ inutile promuoverlo.
un po come provare a esportare i formaggi in cina.
in cina il palato non e’ pronto, nelle nazioni a religione islamica non e’ il caso di esportare ne il prosciutto di parma, ne il salame di felino, non c’e’ mercato.

allo stesso modo alcuni si sono illusi che fosse possibile e doveroso esportare la democrazia.
e’ inutile. il palato non e’ pronto, la cultura non e’ pronta, le menti non sono aperte.
la democrazia e’ un’idea, un po come uno stile di vita, non deve mica piacere a tutti e a tutti assieme, come le culture europee  sono maturate, ecco anche le atre culture dovranno seguire la loro maturazione e quando saranno pronte si sceglieranno la loro forma di governo.
perche’ sentire un governo che dice: il collaboratore di emergency e’ colluso coi talebani perche’ li curano ma non li denunciano
ci fa capire che concettualmente non ci siamo

che non si e’ capito quale sia lo spirito delle ong
che sfugge il dato di fatto che se e’ vero che in pratica il deficit italiano sia da imputare ai 50 milioni di euro spesi per creare il sistema giudiziario afganano, e immagino per pagare le missioni di pace all’estero, il peace keeping costante, l’abbattimento del debito per l’africa, – sto facendo volutamente un po di minestrone  –
ecco allora sarebbe il caso che in italia si smettesse di dire cosa ne facciamo del tesoretto,
semplice ci ripianiamo il deficit.
altro che togliere l’ici.

ritorniamo alla democrazia.
esportare la democrazia e’ come dare le perle ai porci.
come consolare un bambino che ha fame.
se ha fame gli serve cibo, e poi magari anche consolazione.

ma sto divagando.
la triste realta’ e’ che li c’e’ una nazione che non concepisce il diritto come lo concepiamo noi, una nazione in cui una fazione SGOZZA i prigionieri dopo essersi rimangiata la parola data per un ultimatum.
come si puo’ trattare?
come si puo mantenere il nostro livello?
e’ un livelo che loro non possono capire.
capiscono gli sgozzamenti?
allora mandiamo a morte tutti i capi talebani che sono imprigionati nelle galere afgane.
liberarli e trattare con loro ha un unico senso: fargli credere che siamo deboli.
e’ imho inutile trattare con chi non parla la nostra lingua – lingua delle idee – e non condividie i nostri concetti.
facciamocene una ragione e veniamo via dall’afganistan

e tutta la mia dolorosa solidarieta’ a emergency

Comments

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6 Responses to abbiamo finalmente capito che e’ impossibile esportare la democrazia?

  1. Ma c’e’ la democrazia in italia? Pensavo fosse un oligopolio…

    Saluti.

  2. typesetter says:

    Il tuo errore è pensare che l’Afghanistan sia uan nazione. L’afghanistan non è e non è mai sato una nazione. È stato creato come stato,.cuscinetti nel 1800 dagli Inglesi, includendo un territorio più o meno omogeneo dal punto di vista geografico ma estremamente eterogeneo dal unti di vista etnico e culturale. È la stesa logica che ha porato alla fine della Prima guerra mondaile alla creazione della Yugoslavia, ma in un contesto infinitamente più povero e marginale.

  3. utente anonimo says:

    Il vostro errore è pensare che i termini “imperialismo occidentale” e “neocolonialismo” siano materiale da libro di storia per le scuole media superiori. Inoltre nutro qualche riserva sul fatto che si possa fare davvero analisi partendo dalla giustificazione che gli attori ed autori del conflitto danno di esso.

    A mio modo di vedere l’esportazione della democrazia è solamente uno slogan, e come tale fuorviante ed ingannatorio. Il perchè puoi immaginarlo senza che pure io mi metta a fare minestroni (interessi economici, strategici, bellici… )

    Non conosco quanto riportato da Typesetter, ma da come è stato esposto mi pare un pò quanto accaduto in Africa nel periodo coloniale, ovvero la costruzione di organizzazioni basate sul territorio (confini = stato) la dove la popolazione nativa non ne aveva la minima necessità (organizzazione su base clanica = su gruppi sociali), per rapportare le istituzioni coloniali a quelle della madre patria. Se così è anche per L’Afghanistan temo che si svilupperà con grossa difficoltà il desiderio della nazione (?) che, partendo dal basso, sia teso alla creazione di un’istituzione statale simile a quelle occidentali sulla base di una acclamata e coerente esigenza di democrazia.

  4. pm10 says:

    visto che hai scritto uno sfacelo, potevi anche firmarti.

    io di solito la chiamo educazione.

    grazie

  5. Sta cosa dei “territori eterogenei” non l’ho mai capita; perche’ adesso l’Italia, stato fondato 150 anni fa, e’ eterogeneo? Dubito che un siciliano tradizionalista e susan, parlando, possano avere qualcosa in comune che non sia la lingua italiana (cosa comunque forzata, visto che esistono i dialetti).

    Il problema e’ che in Italia non si sono scatenate guerre interne per questioni di etnia perche’ *mai nessuno* si e’ preoccupato di definire queste cose, perche’ mai nessuno ha aizzato la folla, e, diciamocelo, perche’ il gioco democratico non ha permesso che una fazione comandasse forzatamente sulle altre senza riscuotere consenso, grande consenso.

    Tornando a noi, ho sentito questo discorso sulla democrazia trecento volte, quando parli dell’Iraq, dell’Afghanistan, della Cina, dell’Iran, dici che non sono/non erano democrazie ti viene risposto che in Italia, in fondo, sta democrazia non c’e’.

    Chiamasi generalizzazione, perche’ in fondo dire che gli omosessuali non si possono sposare e’ una cosa, grave si’, ma non la stessa cosa che impiccarli. Non bisogna fare il grande calderone, e non voglio farlo neanche io con questo post.

    Sono piu’ o meno d’accordo con quello che dice Susan, sono anche io contrario sul discorso dell’esportazione della democrazia pero’ non esemplificherei cosi’ tanto il punto secondo cui i popoli “si scelgono” l’ordinamento che vogliono.

    Non credo che gli iracheni si siano scelti la dittatura di Saddam (sappiamo chi l’ha messo li’), lo stesso vale per l’Iran, la rivoluzione francese e’ storicamente (senza dilungarmi e semplificando tanto) l’espressione della volonta’ borghese (non del popolo, attenzione, di una parte), in Spagna idem, Franco e’ durato fino al 1975 quando una serie di eventi (successore ucciso dall’ETA, il re che decide di tornare alla democrazia) hanno portato il ritorno ad elezioni.

    Il punto e’ che, mettiamocelo in testa, il popolo non conta un cazzo e non e’ mai contato un cazzo, tranne quando c’e’ la democrazia, per cui tutti i voti valgono uguale. Ma nei cambi di regime ci sono dinamiche molto piu’ complesse del “popolo_che_si_sceglie_il_governo_quando_e’_maturo”

    E giusto per dire una cosa messa li’, se in Iraq non ci fossero gli americani pensate sul serio che il popolo si sceglierebbe il regime preferito? Oppure vincerebbe la parte piu’ sanguinaria?

    Saluti.

    Antonio

  6. Se lasciamo il terzo mondo, il terzo mondo viene da noi …

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