Lettera di Stallman ai parlamentari europei
"Cari membri del Parlamento italiano,
gli sviluppatori e gli utilizzatori di software in Europa si troveranno di
fronte ad un grande pericolo se l’UE permetterà di brevettare le tecniche di
software: il pericolo di essere incriminati per le idee contenute nei
software che essi sviluppano e usano.
A differenza del copyright, che protegge la descrizione dell’intero
programma ma non le singole idee che lo compongono, la brevettabilità del
software consentirebbe un monopolio sull’uso di tecniche generiche. Un
programma complesso è la combinazione di migliaia di queste tecniche. Se un
paese permette la brevettabilità di ognuna di queste tecniche, un programma
complesso può infrangere centinaia di brevetti in un colpo solo (secondo uno
studio svolto lo scorso anno il Kernel di Linux, la parte centrale del
programma linux, usato per il sistema operativo GNU, infrangerebbe 283
brevetti USA).
Come sono queste tecniche?
Consideriamo la "progress bar", la barra progressiva che gradualmente passa
dallo 0% al 100% mostrando sullo schermo la realizzazione di una operazione,
come l’apertura di una pagina web o lo scaricamento di un documento. Questa
tecnica è una piccola parte contenuta in migliaia di programmi software che
svolgono differenti funzioni. Persino questa tecnica è stata brevettata
all’Ufficio Europeo dei Brevetti, insieme ad altre 50.000, a dispetto dello
stesso trattato costitutivo dell’Ufficio Europeo dei Brevetti.
Se la Direttiva del Unione Europea desse un valore legale a questi brevetti,
gli sviluppatori e gli utilizzatori di migliaia di programmi rischierebbero
la minaccia di incriminazioni.
Un programma è come un romanzo: una raccolta di dettagli che insieme
sviluppano molte idee. Immaginate cosa accadrebbe se ogni idea letteraria
venisse brevettata, per esempio "una scena d’amore con una donna sul
balcone" o "gli occhi blu di una persona che assomigliano al mare". Chiunque
scrive un romanzo potrebbe violare diverse centinaia di brevetti; se uno
scrittore scrivesse con la preoccupazione di essere incriminato,
difficilmente scriverebbe un buon romanzo. Non è questo il modo di
promuovere la scrittura né dei romanzi, e neanche dei programmi software.
Le pressioni per la brevettabilità del software provengono principalmente
dalle multinazionali dell’informatica. Esse vogliono la brevettabilità del
software perché ognuna ne detiene migliaia negli USA e li vuole importare in
Europa. Se l’Europa permetterà la brevettabilità del software le
multinazionali (molte non europee) avranno uno strumento di controllo
sull’uso del software in Europa.
Molti legislatori non hanno mai avuto a che fare con lo sviluppo di
software, così possono credere ai miti relativi all’efficacia dei brevetti
sul software. Per esempio il mito sulla protezione brevettuale dell’intero
disegno di un prodotto, se si dice che un programmatore può ottenere un
brevetto per "proteggere il suo programma" questo potrebbe avvalorare questo
mito.
Poi c’è il mito che vuole che i brevetti possano "proteggere" i "piccoli
inventori" dalla competizione delle multinazionali. Se questo fosse vero le
multinazionali non sarebbero favorevoli alla brevettabilità del software.
Ogni multinazionale usa le sue migliaia di brevetti per mettere ognuno nelle
condizioni dello scambio le licenze. Così facendo il programma innovativo di
un piccolo inventore combinerebbe le sue poche nuove idee brevettate con le
centinaia (o migliaia) di idee ben conosciute, alcune brevettate da IBM,
alcune brevettate da Microsoft, ecc. Poi loro si comporteranno con lui come
se la questione dei brevetti non ci fosse. C’è quindi il mito del vantaggio
che le compagnie americane avrebbero proprio perché gli USA riconoscono la
brevettabilità del software mentre l’Europa no. Se questo fosse vero, le
compagnie statunitensi ed il governo degli Stati Uniti non presserebbero
l’Europa per consentire la brevettabilità del software.
Al contrario l’Europa ora ha un vantaggio.
I brevetti degli Stati Uniti riguardano soltanto ciò che è fatto negli Stati
Uniti, ma ognuno può avere un brevetto statunitense. Le compagnie europee
possono avere brevetti statunitensi e attaccare gli sviluppatori americani.
Ma attualmente gli Americani non possono avere brevetti software Europei e
quindi attaccare gli Europei. Fino a che l’Europa rifiuterà di brevettare il
software, l’Europa avrà questo vantaggio.
Se l’Europa mantiene il suo vantaggio, con il rifiuto di brevettare
software, finalmente il mio paese può trovare necessario competere cambiando
la sua insensata politica. Per favore, aiutate gli Stati Uniti a salvarsi
dai brevetti sul software, salvando innanzitutto voi stessi.
Con franchezza,
Richard Stallman
Presidente della Free Software Foundation
Membro della MacArthur Foundation
Meno male che esistono persone come te che s’informano!
Ho poca fiducia in queste azioni, sopratutto quando il governo ha gia’ dimostrato una certa “simpatia” verso gli ambienti economici…piu’ vado avanti e maggiore e’ la convinzione che un piano alla “fight club” possa essere la reale soluzione del problema che questo sistema economico comporta con la distorsione della societa’ tramite regole non certamente inumane ma sopratutto innaturali.
alla fine c’e’ un “non” di troppo…maledette doppie negazioni!
caro “utente anonimo”, cosa scrivi?!?
tra l’altro, le azioni in questione non c’entrano col governo, anzi la mozione in questione è promossa da un (validissimo) senatore dell’opposizione
ps: quale sarebbe il “non” di troppo
PPS: susan, si chiama “LUGPiacenza”, non “Piacenza Lug” 😉
ciao
m.
“regole non certamente inumane ma sopratutto innaturali.” la versione corretta e’ “certamente inumane…” comunque non e’ il gesto in se, ma certamente andra’ a vuoto. Il problema e’ il governo attuale autore di leggi come quella sui diritti d’autore oppure con le buffonate come la tassa “ONAOSI”…che alla fine e’ un finanziamento ad una associazione “amica” sulla pelle della classe medica…
marco :PPPPP