è difficile

Dopo 10 giorni di antibiotici, cambio radicale dell’alimentazione a causa di una insufficenza renale, oggi ho portato Pepe dal veterinario.
L’impressione generale era migliore, ogni tanto si alza e fa un giro per casa, scodinzola quando si accorge che sei vicino ma è del tutto cieco e sbatte contro gli oggetti egli stipiti delle pore della casa in cui è vissuto da quando è con noi, 12 anni. Pepe ha 14 anni e mezzo.
Abbiamo rifatto gli esami del sangue per capire se l’isufficenza renale è migliorata, ma purtroppo i dati sono moltopeggiorati rispetto ai brutti di 10 gg fa.  Il veterinario mi ha fatto vedere come si fa una flebo sotto cutanea egli ha somministrato tre quarti di salina piu potassio piu altro che non ricordo.
Non mi aspettavo che fosse peggiorato e devo capire quale è la linea.
Non ho mai pensato che avrei dovuto decidere della morte di un altro essere vivente.

la sua situazione clinica è la seguente: ha un tumore ai testicoli, inoperabile per via del cuore che non reggerebbe l’anestesia,  il cortisolo sballato: prende da un anno una pasticca per il cuore tutte le mattine e due pasticche per il metabolismo del cortisolo una la mattina e una la sera; è appena stato 10 gg sotto antibiotici – che continueremo – e ora mangia solo cibo specifico per insufficenza renale.

Non è che non potrei affrontare 6 giorni di flebo quotidiana e altre 6 a giorni alterni, mi chiedo se e quando diventa accanimento terapeutico, e fino a dove puo reggere il mio animo (e quello di mia mamma), considerato che nessuno mi puo garantire che dopo tutto torni a posto.

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2 Responses to è difficile

  1. Giacomo says:

    Sai che non ti dirò che strada scegliere. Nessuno può farlo, purtroppo (o per fortuna). Però sappi che ti sono vicino, che so bene cosa voglia dire. Cerca solo di capire se lui vuole andare avanti a lottare…

  2. paola says:

    mi sono trovata nella stessa situazione, con un amico gatto compagno inseparabili peri 16 anni di vita mia e sua. Mi sono chiesta esattamente le stesse cose. Quale fosse il confine tra cura e accanimento. La veterinaria mi disse che avrei capito. Non ci credevo, avevo paura di questo potere su un altro essere. Ho pensato: la sofferenza, devo ascoltare e comprendere la sua sofferenza e a quel punto sarà più facile decidere. Non l’ho mai lasciato solo. L’ho vegliato e rispettato, fino a che in una notte non è riuscito a farmi capire che lui, lui era pronto. A quel punto ero pronta anch’io (non è vero, non lo ero, non volevo lasciarlo andare), ma l’ho accompagnato. La sofferenza è stato il discrimen. non sarà per niente facile, arrendersi alla vita, che è sempre vita. cioè anche quando finisce. ti sono vicina.

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